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KeepOn Live, l’associazione di categoria dei Live Club e Festival italiani, presenta una relazione che esamina i dati relativi alla situazione economica e lavorativa del settore a seguito delle misure restrittive messe in campo a causa dell’emergenza COVID-19, a partire dal 21 febbraio 2020. Un mercato che fornisce lavoro a circa 30mila professionisti assunti direttamente e a oltre 200mila professionisti assunti indirettamente.

Dallo studio emerge che oltre il 62% delle realtà prese in analisi è stata costretta ad annullare più di 10 eventi mentre solo l’1.2% non ha subito variazioni nel proprio programma. Le cancellazioni riguardano in maniera uniforme tutte le attività tipiche del settore: da concerti, a workshop, a interi festival. Prevalentemente, si trattava di eventi a biglietto che non è stato possibile ricalendarizzare e che avrebbero coinvolto quasi 2 milioni di persone.

In un settore peculiarmente privo di ammortizzatori sociali, emerge che solo il 14.6% della forza lavoro è assunta per mezzo di contratti a tempo indeterminato. Un dato che porta ad affermare la sostanziale inutilità di gran parte delle misure assistenziali messe in campo fino a oggi da parte dei vari governi.

In termini di fatturato, la chiusura delle attività e l’annullamento degli eventi hanno portato ad un ammanco di circa 14 milioni di euro. Al momento, oltre il 7% degli intervistati ha dichiarato di non poter riprendere le attività e il 54.9% ha forti dubbi sulla ripartenza.

“Questi dati rendono evidente ancora una volta come le categorie di Live Club e Festival abbiano un impatto importante sui territori, coinvolgendo milioni di persone grazie alle loro attività – spiega Federico Rasetti, direttore di KeepOn LIVE -. Soprattutto se si paragona questo impatto ai numeri economici che muovono”.

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